venerdì 7 febbraio 2014

Dal "Self portrait" al "Selfie"

Se il 2013 è stato definito l'anno del "Selfie", un termine di nuova coniazione che in pratica designa l'atto di auto-ritrarsi con l'uso di uno smartphone, il 2014 non sarà da meno. Da quando è iniziato non si fa che parlare di questa pratica che ormai è entrata nell'uso comune di molte persone. Ma, alle radici del selfie vi è l'immagine più inflazionata nei libri di storia dell'arte: l'autoritratto (self portrait in in inglese). Se ora ci stupiamo di fronte all'esigenza dei cosiddetti nativi digitali di ritrarsi in ogni momento e situazione, gli artisti ci ricordano che questa consuetudine non è una moda recente. Vorrei allora proporre alcuni self portrait che ricordano gli atteggiamenti alla base del selfie.



Sandro Botticelli, Autoritratto in Adorazione dei Magi, 1470-75, Firenze, Galleria degli Uffizi.




Parmigianino, Autoritratto, 1524ca, Kunsthistorisches Museum, Vienna.



Un mix di autoritratti di Giorgio de Chirico: (in senso orario) Autoritratto, 1952, Berlino, Galerie Michael Haas; Autoritratto nudo, 1945, Roma, Galleria d'arte moderna e contemporanea; Autoritratto, 1955, Christie's; Autoritratto con corazza, 1948, Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. 


Negli ultimi mesi la pratica del selfie ha ricevuto notevoli attenzioni da parte del mondo giornalistico come testimonia un articolo su "Sette" (n. 52, 27 dicembre 2013) che fa un'accurata analisi del fenomeno. L'articolo risale anche al primo selfie della storia: Robert Cornelius nel 1839 per provare la nuova "tecnologia" delle lastre al bromuro d'argento produce un dagherrotipo fotografando sé stesso.


Robert Cornelius nel 1839.

Un altro primordiale selfie è stato pubblicato su repubblica.it


Joe Byron, Pirie MacDonald, Colonel Marceau, Pop Core, Ben Falk della Byron Company negli anni '20

I componenti della Byron Company, improvvisano questo autoscatto senza l'uso del treppiede, ma dato la pesantezza della macchina fotografica sono costretti a mantenerla in due. Insomma, tutti antenati del mitico selfie.
L'auto-rappresentazione di sé nel tempo si è soltanto adattata alle tecnologie a disposizione dall'uomo. Dal graffito alla fotografia passando per la pittura. Tutti sentiamo l'esigenza di fermare l'attimo, il momento in cui viviamo. Un modo di trattenere il presente. 
Sull'onda di questa moda è stata realizzata nei giorni scorsi, il 22 gennaio, la giornata del selfie al museo. Il #MuseumSelfie non è durato solo un giorno ma continua ad esistere sui principali social network, promettendo di diventare una vera e propria mania. 
In fin dei conti, quando il selfie diventa espressione della propria personalità e delle passioni, racconta la vita proprio come dovrebbe fare un'opera d'arte. 

Annapaola Di Maio





2 commenti:

  1. Interessate articolo, e soprattutto attuale. A mio giudizio darei uno spessore artistico a personaggi da te citati e uno sociologico agli utilizzatori del "Self..." adoperanti come medium non la pittura o lo fotografia ma il web. De Chirico (o il non citato Dalì) ha la caratteristica di essere non solo un artista, ma di porsi al di là del banale agire umano con qualcosa che lo rappresenta, l arte, appunto. Non stupisce che De Chirico o Dalì manifestino la loro megalomania in siffatto modo. Gli inquilini del web invece... beh, nella maggior parte dei casi a mio parere adoperano la tecnica da loro appresa per dimostrare la loro esistenza. Un pò come se volesserò dire:"eccomi qui. Esisto (ma non so fare null'altro)."

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    1. Grazie. Vorrei solo precisare una cosa: sempre di megalomania si tratta. Sia quando è un artista che si autoritrae sia quando lo fa una persona comune. Appunto quello che volevo sottolineare era l'importanza per qualsiasi essere umano di dire "Esisto". Certo, poi le capacità artistiche sono altre. :)

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